mercoledì 22 giugno 2011

Casa: un'offerta sovradimensionata per il paese Rischio seconde case e di investimenti poco limpidi

Il Comune di San Felice ha adottato nelle scorse settimane il nuovo Piano di governo del territorio. Un Piano che, secondo il locale circolo del Pd coordinato da David Vetturi, sarebbe però «sovradimensionato rispetto all'esigenza dei residenti, tanto da porre un interrogativo: chi verrà a investire nel mattone a San Felice?».
Oltre ai noti discorsi sull'eccesso di seconde case, il timore del Pd è - detto senza troppi giri di parole - che sulle future edificazioni possa arrivare da fuori qualcuno a investire capitali di dubbia provenienza.
UN TIMORE fondato sui ripetuti allarmi, lanciati anche dalla Banca d'Italia, sul rischio riciclaggio in Lombardia.
«Con 130 mila mq da urbanizzare e 42 mila mc di nuove abitazioni, quale può essere il giro d'affari mosso? Attualmente - sostiene Vetturi - una casa di 140 mq si vende fra i 500 e i 700 mila euro. Il costo a mc di abitazione è 1100 e 1700 euro. Moltiplicando il tutto per i volumi e sommando anche gli oltre 20 mila mc di cosiddetti lotti liberi, si ha un giro fra 75 e 110 milioni di euro».
E chi ce li ha tutti questi soldi? Non le famiglie di San Felice, sostiene il Pd, che aggiunge: «Non mi permetto di fare considerazioni su chi sarà a operare economicamente in futuro, ma mi limito a poche considerazioni. L'amministrazione comunale si è posta come obiettivo di far realizzare solo case per i residenti e non seconde case. Ma il reddito Irpef complessivo dei contribuenti di San Felice è stato nel 2009 di circa 45 milioni di euro. Dunque il volume di affari mosso dal Pgt è circa due volte il reddito complessivo prodotto a San Felice. E allora è possibile che non saranno tutte prime residenze, ma anche seconde case, e investimenti di capitali giunti da fuori».
MA UN COMUNE che cosa può fare per prevenire capitali di dubbia provenienza? «A Toscolano il Pd ha posto il quesito con un'interrogazione in Consiglio comunale. Noi - conclude Vetturi - riteniamo che anche il Comune di San Felice debba porsi la stessa domanda e prepararsi a vigilare».

fonte bresciaoggi.it